Il presidente Biden conferma lo stop all’export tecnologico tra le sanzioni alla Russia

Il presidente Biden annuncia i tagli all’export tecnologico verso la Russia, misura che interesserà oltre il 50% dell’import totale che il paese riceve ogni anno e che giunge nel giorno in cui le truppe russe prendono il controllo della centrale nucleare di Chernobyl

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è scagliato contro Vladimir Putin, mentre le forze russe continuano a invadere ed attaccare l’Ucraina.

Giovedì sera, il presidente statunitense ha tenuto un discorso pubblico per fare il punto sulla situazione bellica in corso, attaccando la Russia e il presidente Putin per l’invasione dell’Ucraina e prendendo anche atto degli attacchi informatici subìti dal paese aggredito.

Il presidente Biden ha ribadito che gli Stati Uniti, insieme al Regno Unito e agli alleati, hanno dato il via libera a nuove sanzioni che allargano le restrizioni su altre banche e su oligarchi russi. Difatti, si ritiene che queste organizzazioni conservino oltre 1 trilione di dollari in beni.

Export tecnologico

Il presidente Biden ha anche annunciato che presto gli Stati Uniti taglieranno l’export tecnologico destinato alla Russia.

“Putin ha voluto questa guerra e ora pagherà”, ha detto il presidente.

La decisione arriva dopo che un alto funzionario degli Stati Uniti ad inizio settimana aveva avvertito della possibilità che una buona fetta di tecnologia e risorse, sia di fascia alta sia di fascia bassa, potrebbe essere trattenuta dalla Russia anche se prodotta altrove.

Biden ha quindi indicato che con queste sanzioni verrà tagliato oltre metà dell’import russo in high tech. La misura interesserà ogni oggetto tecnologico, dai laser fino ad attrezzature per le telecomunicazioni, dispositivi marittimi e potenzialmente anche dispositivi dal basso valore tecnologico come computer, laptop e semiconduttori.

“Abbiamo ideato le sanzioni con lo scopo di massimizzare l’impatto sulla Russia e di minimizzare quello sull’America e sugli alleati”, ha detto il presidente Biden. “Limiteremo la possibilità della Russia di concludere attività commerciali in dollari, sterline, euro…”.

Il presidente statunitense ha anche promesso che i beni su suolo americano appartenenti ad aziende o soggetti colpiti dalle sanzioni verranno congelati, così che l’élite russa e le rispettive famiglie “potranno rendersi conto della sofferenza che stanno provocando”.

Allarme attacchi informatici

Il presidente americano ha poi trattato separatamente il tema degli attacchi informatici, avvertendo il presidente Putin che “se la Russia dovesse orchestrare attacchi informatici contro di noi o contro i nostri settori chiave, noi siamo pronti a rispondere”.

È necessario ricordare che la problematica degli attacchi informatici era stata già sollevata durante l’incontro faccia a faccia tra i due presidenti nel giugno 2021.

Biden e Putin, in quest’incontro, avevano parlato a lungo della tematica, soprattutto quando Biden aveva avvertito l’avversario di “ritorsioni” e di “risposte aggressive” nel caso in cui la Russia avesse colpito una lista di 16 settori ritenuti “chiave” per gli Stati Uniti.

Successivamente, nel luglio 2021, Biden aveva ribadito il tema della cibersicurezza dicendo che gli Stati Uniti avrebbero potuto generare “una vera guerra” con una “grande potenza”.

Sin dal 2011, infatti, gli Stati Uniti si riservano il diritto di dare il via a ritorsioni di carattere militare nel caso di attacco informatico da parte di una nazione ostile.

Nel frattempo, altri 7.000 soldati americani sono stati inviati in Germania e gli Stati Uniti, insieme agli alleati, continuano a schierare risorse militari nei paesi NATO.

Il presidente statunitense ha poi avvertito la Russia che “qualsiasi attacco ad uno dei paesi NATO verrà considerato come un attacco a tutti noi”.

Il presidente ha poi espresso la propria opinione sulla durata della guerra, secondo cui sarà destinata a prolungarsi per più tempo.

“Valuteremo come la Russia reagisce a queste sanzioni”, ha commentato Biden, per poi concludere dicendo “e vedremo se Putin è disposto a rendere la Russia una potenza di serie B”.

Esclusione dallo Swift

Sia al presidente Biden sia al primo ministro britannico Boris Johnson è stato chiesto come mai la Russia non sia stata esclusa dal sistema di pagamenti belga Swift.

Il presidente Biden ha confermato che l’ipotesi è sempre stata sul tavolo, ma “le sanzioni annunciate sono già ben più gravi dell’esclusione dallo Swift”.

Successivamente, i paesi europei si sono mostrati riluttanti all’idea di escludere il paese dal sistema Swift, nonostante gli strazianti appelli di aiuto da Kiev verso i leader d’Europa.

Secondo il Guardian, il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, aveva attaccato la posizione dei leader europei che in un secondo momento si sono riuniti per discutere della possibilità di estromettere la Russia dal sistema di pagamenti internazionali attraverso cui riceve valuta estera.

Kuleba aveva accusato i politi europei e americani di avere “le mani sporche di sangue” se non avessero imposto la sanzione più temuta su Mosca, di fatto escludendo la Russia dal circuito Swift.

Lo Swift viene utilizzato da oltre 11.000 istituti finanziari per ricevere o inviare denaro da o a paesi diversi.

L’esclusione della Russia dal sistema Swift avrà importanti ripercussioni sul settore oil&gas del paese per poi, a sua volta, andare a colpire anche alcune nazioni europee, come la Germania, che dipendono fortemente dall’importazione di idrocarburi.

Il primo ministro inglese ha rivelato durante la seduta del parlamento di giovedì che il ricorso al gas russo da parte del Regno Unito è solo del 3%.

Johnson ha poi esortato le altre nazioni europee a diminuire la propria dipendenza energetica dalla Russia.

Il Guardian, secondo fonti britanniche, sostiene che Johnson abbia ricoperto un ruolo chiave tra gli altri leader durante il suo discorso al G7 per arrivare alla decisione di escludere la Russia dal sistema Swift.

Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, era l’unico leader a favore fin da subito verso l’esclusione della Russia dallo Swift.