Impennata degli attacchi informatici ai Paesi della NATO da IP cinesi

Il caso Spagna: la scorsa settimana aumento degli attacchi informatici del +120% rispetto al periodo pre-conflitto Russia-Ucraina.

Negli ultimi giorni, gli attacchi informatici ai danni dei Paesi della NATO provenienti da IP cinesi non hanno accennato a calare e, anzi, hanno registrato preoccupanti aumenti.

La settimana scorsa, la media degli ultimi 7 giorni relativa agli attacchi per singola organizzazione o ente è arrivata a essere il 72% in più rispetto al periodo pre-invasione russa, e del 60% più alta rispetto alle prime 3 settimane di conflitto.

A svelare il fenomeno è stato Check Point, che ha confrontato le tendenze della criminalità informatica pre e post invasione dell’Ucraina. Curiosamente, è saltato all’occhio il dato relativo alla provenienza degli attacchi informatici indirizzati ai Paesi della NATO: +116% degli attacchi da IP cinesi.

I ricercatori non correlano gli attacchi a enti o agenzie cinesi specifiche che farebbero presagire minacce concrete. “Non potremo dire con certezza chi si nasconde dietro questi attacchi senza maggiori prove”, dice Eusebio Nieva, direttore tecnico di Check Point Software responsabile per Spagna e Portogallo. “Tuttavia, quello che è certo è che questi criminali informatici stanno utilizzando IP cinesi per sferrare attacchi in tutto il mondo”.

È probabile che questi IP siano utilizzati da criminali sia da dentro la Cina sia da fuori il Paese”, precisa Nieva. E questo “può avere molti significati. Ad esempio, potrebbe voler dire adesso è semplice o economico creare questi IP e utilizzarli per questi scopi criminali oppure che si sta affermando la tendenza a nascondere l’origine reale degli attacchi. Inoltre, questi dati indicano anche come si sta evolvendo il cibertraffico mondiale”.

Nel caso della Spagna, i ciberattacchi provenienti da indirizzi IP cinesi hanno subito una vera e propria impennata: +120% la settimana scorsa rispetto ai dati del periodo precedente al conflitto russo-ucraino e +124% rispetto alle prime tre settimane di conflitto.