L’Europa inasprisce la morsa legale contro Cloudflare per aver facilitato la pirateria digitale

Tribunali di Francia, Italia, Germania e Moldavia concordano nel ritenere Cloudflare responsabile per il suo ruolo tecnico nella distribuzione di contenuti illegali.

La pressione giudiziaria contro gli intermediari tecnologici che permettono la pirateria digitale si intensifica in Europa. Diversi tribunali nazionali hanno emesso negli ultimi mesi sentenze definitive contro Cloudflare, fornitore globale di servizi CDN, DNS e proxy inverso, per aver facilitato l’accesso a contenuti protetti senza autorizzazione. Da Parigi a Chișinău, passando per Roma, Milano e Colonia, si consolida una dottrina giuridica che responsabilizza questa classe di attori per il loro ruolo nella diffusione illecita di contenuti.

Sentenze definitive contro Cloudflare

Francia: Canal+ ottiene una sentenza pionieristica

Il 28 marzo 2025, il Tribunale Giudiziario di Parigi ha creato un precedente riconoscendo esplicitamente il molteplice ruolo tecnico di Cloudflare nella pirateria digitale: come fornitore di DNS alternativo, rete di distribuzione di contenuti e servizio di proxy inverso. La causa, promossa da Canal+, ha ottenuto che il tribunale ordinasse il blocco del servizio CDN, la sospensione del proxy inverso e il blocco DNS per impedire l’accesso non autorizzato al MotoGP 2025. Sono state respinte le allegazioni di inviabilità tecnica o costi sproporzionati, sottolineando che la piattaforma agiva come uno “scudo digitale” tra gli autori di infrazioni e gli utenti.

Italia: Mediaset, DAZN e Sky fanno pressione nei tribunali

Nel maggio 2024, il Tribunale di Roma si è pronunciato a favore di Mediaset obbligando Cloudflare a cessare i propri servizi a Guardaserie e a bloccare nuovi domini collegati all’infrazione. Sono state imposte multe e spese legali. Successivamente, a dicembre, il Tribunale di Milano è stato ancora più incisivo in una causa congiunta di Lega Serie A, DAZN e Sky, ordinando il blocco degli indirizzi IP, l’identificazione degli utenti che commettono infrazioni e sanzioni giornaliere di 10.000 euro.

Altri verdetti in Francia e Germania

Tra il 2024 e il 2025, il Tribunale di Parigi ha accumulato altre sentenze a favore di Canal+, DAZN e della Ligue de Football Professionnel (LFP), obbligando Cloudflare e altri attori tecnologici come Google e Cisco a implementare blocchi dinamici di domini che violavano eventi sportivi come la Premier League, la Champions League e la Ligue 1. Le spese legali imposte hanno raggiunto i 30.000 euro in alcuni casi.

In Germania, il Tribunale Superiore di Colonia ha emesso nel novembre 2023 una sentenza parziale contro Cloudflare per aver facilitato l’accesso all’album “G.” attraverso il sito ddl-music.to. Oltre a ordinare la sospensione dei servizi CDN, sono state imposte sanzioni economiche e sono state avvertite conseguenze per future inadempienze.

Il caso della Moldavia: protezione di contenuti editoriali

Nel giugno 2023, la Corte d’Appello di Chișinău ha condannato Cloudflare per aver permesso la diffusione non autorizzata di un libro tecnico sul portale doku.pub. La sentenza includeva misure di blocco, risarcimento agli autori e l’obbligo di prevenire futuri accessi dal territorio moldavo.

Un modello legale sempre più chiaro

La successione di queste decisioni in diverse giurisdizioni rafforza l’argomento che Cloudflare, nonostante il suo ruolo di intermediario tecnico, non può sottrarsi alla propria responsabilità nella lotta contro la pirateria digitale. La giurisprudenza emergente concorda nel sottolineare che i suoi servizi, non applicando controlli efficaci, vengono sfruttati in modo sistematico da reti che diffondono contenuti illegali. Inoltre, si sottolinea che anche i clienti legittimi della compagnia potrebbero essere utilizzati a loro insaputa come parte dell’infrastruttura pirata.