Google cancellerà la cronologia delle posizioni visitate degli utenti che si recano in centri abortivi

Google cancellerà automaticamente la cronologia delle posizioni visitate degli utenti che si recano nei pressi di luoghi sensibili come cliniche abortive in risposta all’abolizione della storica sentenza Roe vs Wade.

Google ha comunicato di cancellare automaticamente dai dispositivi Android la cronologia delle posizioni visitate quando l’utente si avvicina a luoghi sensibili quali cliniche abortive. Si tratta della risposta del gigante dell’hi-tech alla posizione assunta dalla Corte Suprema degli Stati Uniti di rimuovere la protezione federale in caso di interruzione di gravidanza.

Google ha anche annunciato che rimedierà al cavillo che permette alle app installate su un telefono di raccogliere informazioni sulle altre app installate sullo stesso dispositivo, il che potrebbe portare alla vendita di dati sensibili da parte di aggregatori di dati.

L’annullamento della storica sentenza del 1973 di Roe vs Wade dello scorso mese ha aperto la strada a una serie di leggi anti-aborto in molti stati degli USA e le società tecnologie temono che i dati personali archiviati sui dispositivi potrebbero essere usati per perseguire penalmente coloro che violano queste nuove misure.

Cronologia posizioni visitate

Google ha comunicato che da ora in poi cancellerà automaticamente la cronologia delle posizioni visitate dagli account di utenti che si recano in prossimità di luoghi sensibili come cliniche abortive, cliniche della fertilità, strutture per la cura delle dipendenze, centri per la perdita di peso e cliniche di chirurgia estetica.

“Ci impegniamo a garantire i più alti livelli di protezione della privacy alle persone che utilizzano i nostri prodotti e continuiamo a cercare modi per rafforzare e migliorare queste tutele”, ha detto l’esecutivo di Google, Jen Fitzpatrick, in un post.

Google, lo scorso marzo, ha annunciato che avrebbe introdotto maggiori restrizioni al tipo di informazioni che le app possono raccogliere sul dispositivo su cui sono installate.

Il cambiamento sarebbe dovuto entrare in vigore dall’estate, ma Google ha fatto sapere che la pandemia e altri fattori hanno fatto posticipare la data.

Scansione delle app

Dal prossimo 12 luglio, Google fa sapere che solo le “utility app” come cerca nel dispositivo, antivirus e app di gestione file, potranno avere accesso a quali altre app sono installate sul telefono.

Alcuni osservatori sostengono, però, che nonostante la scansione delle app non sia permessa secondo i nuovi termini e condizioni di Google, di fatto la società non ha effettivamente applicato la regola.

Di conseguenza, le applicazioni usualmente raccolgono dati e li mandano a terze parti commerciali.

“Raccogliere dati sull’inventario di app per venderle o condividerle per fini di analisi o di monetizzazione con ads non è mai stato permesso su Google Play”, ha fatto sapere Google in un comunicato.

Profili utente

Stando a quanto è noto, gli sviluppatori dovranno richiedere l’uso dell’API Query All Packages e dovranno dare giustificazione sulla ragione dell’utilizzo.

È stato trovato un marketplace di dati chiamato Narrative.io dove si vendevano i profili di utenti che avevano app come Planned Parenthood o app per controllare la periodicità del ciclo mestruale installate sul proprio telefono.

La società ha rimosso i dati lo scorso maggio dopo che erano stati oggetto di leaking i documenti che indicavano l’intenzione della Corte Suprema di ribaltare Roe vs Wade.

Google ha dichiarato di “non vendere mai i dati degli utenti e Google Play proibisce strettamente la vendita di dati degli utenti da parte degli sviluppatori. Quando rileviamo violazioni, prendiamo immediatamente provvedimenti”.