IDC taglia la previsione di vendite per smartphone

Se alcuni mesi fa si prevedeva che le vendite di smartphone sarebbero cresciute del 2,3% a livello mondiale nel 2025, ora la società di consulenza stima solo un aumento dello 0,6%.
Le vendite globali di smartphone cresceranno nel 2025, ma non al livello atteso. IDC, una delle aziende di ricerca che analizza questo mercato, ha annunciato un taglio delle sue previsioni.
Se a febbraio si aspettava un aumento del 2,3% nelle vendite annuali di smartphone, ora ritiene che la crescita si ridurrà a un 0,6% rispetto al dato del 2024. Ciò significa che il numero finale di unità si attesterà a 1,24 miliardi.
Questo è dovuto a “alta incertezza, volatilità tariffaria e sfide macroeconomiche, come l’inflazione e la disoccupazione in molte regioni”, spiegano dalla società di consulenza. In altre parole, motivi che stanno contenendo la spesa dei consumatori.
A tutto ciò si aggiungono l’elevata penetrazione degli smartphone, la cannibalizzazione in atto da parte dei terminali usati e un prolungamento dei cicli di aggiornamento.
Nonostante la guerra commerciale, Cina e Stati Uniti saranno i paesi che sosterranno la crescita prevista dello 0,6%. Per la Cina si prevede un miglioramento del 3% nelle vendite, grazie ai sussidi governativi, e per gli Stati Uniti la stima è dell’1,9%.
“La singolare struttura del mercato statunitense degli smartphone”, sottolinea il direttore della ricerca Anthony Scarsella, evita che l’impatto sia “maggiore”, dato che “la maggior parte dei dispositivi viene acquistata tramite operatori che stimolano la domanda offrendo solide offerte commerciali e programmi di finanziamento senza interessi”.
“Dal 2 aprile, l’industria degli smartphone ha affrontato un turbine di incertezza”, descrive Nabila Popal, direttore senior della ricerca in IDC.
“Anche se le attuali esenzioni per gli smartphone hanno offerto un sollievo temporaneo, l’imminente possibilità di dazi più ampi rappresenta un grave rischio”, avverte.
“I recenti segnali del governo statunitense su possibili aumenti dei dazi per gli smartphone fabbricati fuori dagli Stati Uniti complicano ulteriormente la pianificazione strategica a lungo termine dei produttori di apparecchiature originali”, sottolinea.
“I venditori di smartphone, in particolare quelli che operano negli Stati Uniti, devono ora destreggiarsi tra una complessa geopolitica e i continui sforzi di diversificazione della catena di approvvigionamento”, continua Popal.
“Nonostante questi ostacoli”, commenta, “l’India e il Vietnam dovrebbero rimanere le principali alternative alla Cina per la produzione di smartphone”.
“Tuttavia, dazi aggiuntivi dal 20% al 30% per gli smartphone destinati agli Stati Uniti potrebbero rappresentare un grave rischio al ribasso per le attuali prospettive del mercato statunitense”, conclude l’esperta.