Il 56% dei lavoratori giudica positivamente l’esperienza dello smartworking

Non dovendo recarsi fisicamente in ufficio, reinvestono il proprio tempo in faccende domestiche, sonno, esercizio fisico e tempo di qualità con i propri cari. Esistono però anche aspetti negativi, come l’allungamento della giornata lavorativa.

Tornare ad un ambiente di lavoro in presenza non sembra essere tra i piani di buona parte della forza lavoro, soprattutto ora dopo che la pandemia ha dato loro la possibilità di ricorrere al lavoro da remoto.

Il 76% dei lavoratori intervistati dalla società di consulenza Robert Walters afferma di essere soddisfatto dalla propria situazione di smartworking come conseguenza della pandemia. Il 47% spiega anche di ottenere migliori risultati.

Si dicono più produttivi per diversi motivi. Ad esempio, risparmiano il tempo di spostamento all’ufficio, hanno orari più flessibili e sono capaci di concentrarsi meglio all’interno dell’ambiente domestico.

Il tempo che prima veniva trascorso nel traffico ora viene dedicato a faccende domestiche, più sonno, esercizio fisico e tempo di qualità con amici e parenti. Ma non solo questo, visto che il 43% dice di lavorare più ora che mai.

Tuttavia, nonostante il 56% dei lavoratori giudichi positivamente l’esperienza dello smartworking, non è certo esente da alcuni tratti negativi. Il 32% afferma di risentire dell’isolamento in cui si trova, il 29% parla di problemi di conciliazione, mentre il 22% riscontra difficoltà a mantenere un orario di lavoro regolare. Altre difficoltà riscontrate sembrano essere il non disporre di un mobilio adeguato e il non sentire maggiore pressione per ottenere i risultati necessari.

Gli impiegati richiedono alle proprie aziende soprattutto maggiore flessibilità. Inoltre, reclamano maggiore attenzione al benessere e investimenti in tecnologia con cui supportare questo nuovo modello di lavoro.