L’autenticazione multifattore: oltre il mito della sicurezza perfetta

L’autenticazione a più fattori non è infallibile. Gli esperti di Proofpoint propongono una difesa multistrato come strategia chiave contro le moderne minacce informatiche.
L’autenticazione a più fattori (AMF) è stata a lungo considerata un elemento chiave nella cybersecurity. Tuttavia, un recente studio di Proofpoint, leader nella cybersecurity e nella compliance normativa, ha rivelato una preoccupante realtà: quasi la metà degli account compromessi da cybercriminali utilizzava l’AMF.
Nonostante questi dati, l’89% dei professionisti della sicurezza a livello mondiale continua a vedere questo strumento come una difesa quasi perfetta contro l’appropriazione di account. “Questa discrepanza tra percezione e realtà sottolinea la necessità di adottare un approccio di difesa in profondità”, hanno spiegato i ricercatori di Proofpoint. “La sicurezza multistrato può mitigare i rischi e ridurre significativamente l’impatto degli attacchi”.
Minacce all’AMF
Sebbene l’AMF sia considerata una barriera robusta perché combina elementi come password, applicazioni o biometria, i cybercriminali hanno perfezionato tattiche per superarla. Tra queste minacce spiccano:
– Phishing avanzato: Pagine false che ingannano gli utenti a inserire le loro credenziali e codici AMF.
– Hijacking delle sessioni: Furto di cookie dopo l’autenticazione, annullando la protezione dell’AMF.
– MFA fatigue: Invio massiccio di notifiche push fino a quando gli utenti, per esaurimento, approvano la richiesta.
– SIM swapping: Trasferimento del numero di telefono della vittima agli attaccanti, compromettendo i codici inviati via SMS.
– Man-in-the-middle attacks: Intercettazione di token di sessione, consentendo l’accesso ai servizi senza allertare l’utente.
Di fronte a questo scenario, Proofpoint propone di rafforzare l’AMF come parte di una strategia di cybersecurity integrata. Ciò include:
– Protezione avanzata degli endpoint: Per identificare accessi non autorizzati a livello di dispositivo.
– Difese contro il phishing: Con strumenti che rilevano e-mail dannose volte a ottenere credenziali.
– AMF resistente agli attacchi: Come chiavi di sicurezza hardware (FIDO2) o sistemi biometrici.
– Sistemi specializzati: Che arrestino le appropriazioni di account prima che causino danni.
– Educazione dell’utente: Nel riconoscimento dei tentativi di attacco mirati.
“La cybersecurity non consiste nel costruire un muro invalicabile, ma nel rendere ogni passo più difficile agli attaccanti”, concludono da Proofpoint. L’autenticazione a più fattori rimane essenziale, ma deve essere integrata in un ecosistema di sicurezza più ampio per proteggere da un ambiente di minacce in continua evoluzione.