Produttori di microchip: da insufficienza ad eccesso di stock

L’adeguamento della domanda di chip impone una contrazione nel mercato di pc e smartphone, con introiti che registrano cali tra il 15 e il 19% per Intel o Nvidia.

Da oltre due anni, la situazione del mercato dei microchip attraverso una situazione di insufficienza di stock legata all’interruzione della produzione per i vari lockdown imposti dalla pandemia.

Da allora, si sono succeduti vari momenti di stallo nella catena di produzione di diversi settori, dai dispositivi elettronici alle automobili proprio per la mancanza di microchip. Tuttavia, ora, e in modo del tutto inatteso, i produttori si trovano a far fronte alla situazione diametralmente opposta: un eccesso di inventario, anche se a dirla tutta, persistono alcuni problemi di approvvigionamento con i semiconduttori.

Produttori di microchip come Intel o Nvidia riportano dunque un eccesso dei componenti nei propri magazzini mentre continuano ad esserci settori in cui non ha ripreso ancora una fornitura stabile e costante di componenti chiave, e qui la risposta si trova guardando l’altra faccia della medaglia: un calo della domanda. Sono proprio i consumatori che hanno smesso di richiedere determinati prodotti come i pc.

In concreto, dopo il picco iniziale di incremento della domanda, soprattutto a livello di pc portatili per lavorare da casa o per seguire le lezioni, la graduale sparizione di lockdown e il ritorno ad una sorta di normalità ha paralizzato la necessità di nuovi dispositivi. Inoltre, per ragioni completamente differenti, si sta osservando un disinteresse verso i nuovi smartphone, il che contribuisce a mettere in stallo la domanda nel settore e, di conseguenza, riduce gli ordini nella catena commerciale, i produttori di telefoni, quindi, riducono la produzione e i chi fabbrica microchip si trova con un’eccedenza di scorte.

Infine, i produttori hanno ristretto gli ordini sovradimensionati degli scorsi mesi, motivati allora dal timore di rimanere senza scorte. L’offerta si è quindi adeguata alla domanda e ora bisogna ancora attendere che si arrivi al necessario aggiustamento della catena di produzione di chip, per cui nei mesi passati era stato previso un continuo incremento di domanda.

Si calcola che i produttori lo scorso febbraio disponevano di giacenze di microchip sufficienti a coprire 6 settimane di produzione, mentre lo scorso mese di luglio questa cifra è aumentata a 7 settimane. La conseguenza è una drastica riduzione delle entrate per i produttori di chip. Ad esempio, Intel ha visto introiti trimestrali pari a 2,6 miliardi di dollari, un -15% rispetto a quanto preventivato, mentre Nvidia ha registrato un calo del 19% a livello di entrate in questo secondo trimestre rispetto al trimestre precedente.