Europa, la regione che più soffre le estorsioni dei criminali informatici

Colpita anche dalle tensioni geopolitiche, l’Europa ha ricevuto il 44% dei casi di estorsione rilevati nel mondo nel 2022.

I casi di ransomware sono diminuiti di 4 punti percentuali nel 2022 rispetto al 2021. A rivelarlo è l’indice annuale di IBM, “IBM Security X-Force Threat Intelligence”, che sottolinea un incremento sia a livello di rilevamento sia di prevenzione.

Tuttavia, gli hacker migliorano sempre più le loro tecniche e gli attacchi sono sempre più dannosi, soprattutto ora che per andare a segno impiegano appena 4 giorni.

La diffusione della backdoor che dà accesso remoto ai sistemi è sicuramente la chiave. Il 67% dei casi di attacchi tramite backdoor è collegato a tentativi di infezione con ransomware.

Charles Henderson, direttore di IBM Security X-Force, crede che sia “solo una questione di tempo prima che il problema che vediamo oggi con le backdoor finisca per diventare la crisi dei ransomware di domani. Gli hacker trovano sempre nuovi modi di eludere le misure in campo. E non bastano quindi più delle buone difese. Per evitare una lotta infinita con gli hacker, le imprese devono attivare una strategia di sicurezza proattiva e orientata alle minacce”, consiglia.

Lo scorso anno, il tipo di colpo inflitto più di frequente dai criminali informatici è stata l’estorsione. L’Europa si configura come la regione in cui questo problema spicca, totalizzando il 44% dei casi di estorsione rilevati, un dato che risente delle tensioni geopolitiche in corso.

Anche se il ransomware è forse il modo più noto come mettere a segno estorsioni, gli hacker aggiungono sempre nuovi metodi, come paventare il furto di dati a possibili vittime collaterali, quali clienti o soci, il che aumenta la pressione sulle aziende oggetto di hackeraggio.

Nel periodo di tempo analizzato, il settore manifatturiero è stato il più colpito ed è anche stato quello che, per il secondo anno consecutivo, ha registrato il più elevato numero di attacchi, visto la scarsa tolleranza del settore verso i periodi di inattività.