Il terremoto in Giappone non avrà ripercussioni sul settore dei microchip

Gli stabilimenti giapponesi di microchip non hanno subito danni a seguito del recente terremoto avvenuto in Giappone, per cui la produzione non sarà interrotta.

In settimana, il Giappone è stato colpito da un terremoto di magnitudo 7.3 che però, secondo quanto segnalato dagli esperti di TrendForce, non ha causato danni significativi agli stabilimenti della zona, motivo per cui la produzione di microchip proseguirà indisturbata.

Molti settori hanno quindi tirato un sospiro di sollievo visto che, dopo due anni di lockdown per la pandemia, la produzione di semiconduttori non ha ancora ripreso il ritmo pre-emergenza sanitaria e non è ancora in condizioni di soddisfare la domanda totale di diversi settori.

Il terremoto ha colpito il paese mercoledì 16 marzo, intorno alle 23.30 ora italiana. L’epicentro è stato individuato nell’area antistante le coste di Fukushima e il sisma ha raggiunto magnitudo 7.3 della scala Richter, innescando immediatamente il protocollo di sicurezza per possibili tsunami che, fortunatamente, non si sono verificati. Proprio la zona di Fukushima ospita un discreto numero di stabilimenti per la produzione di componenti elettronici, per cui eventuali danni sostanziali avrebbero obbligato lo stop alla produzione, colpo di grazia per una situazione già aggravata dall’insufficienza di scorte.

Secondo i dati forniti da TrendForce, gli impianti di produzione di Kioxia sarebbero stati solo lievemente interessati dal sisma mentre il centro di K1 Fab di Kitami avrebbe riportato danni di entità minore. Per quanto riguarda gli altri stabilimenti, sono ancora in corso di valutazione le stime per possibili danni ma, al momento, sembrerebbe che nessuno dei centri della zona abbia comunicato cifre preoccupanti che potrebbero ripercuotersi sulla produzione. Proprio al fine di ridurre al minimo l’eventualità di danni sostanziali, gli impianti avevano ridotto la produzione al momento del sisma in via precauzionale.

Nella zona di Fukushima il terremoto ha raggiunto quota 5 della scala Richter, anche se nella realtà dei fatti impianti e stabilimenti per la produzione di componenti elettronici non hanno riportato particolari danni e, secondo TrendForce, l’impatto sui mercati fortunatamente non sarà preoccupante. Stando così la situazione, sarebbero da escludere eventuali aumenti dei prezzi di questi componenti.